Tron – Legacy (Joseph Kosinski) ★½ /4

Tron: Legacy, USA, 2010, 127 min.

Opera prima ad alto budget prodotta dalla Disney, è il sequel di quel piccolo cult che è diventato Tron, film del 1982 che si distingueva per l’innovativa visualizzazione dell’interno della “rete” di un computer (ed eravamo nell’epoca del C64!), non priva di fascino e tutt’ora tematica molto fertile nonostante il post-Matrix (1999) abbia perlopiù appiattito e ripetuto all’infinito gli stessi concetti.

Sam, il figlio di Flynn – ideatore di Tron, scomparso da vent’anni – si dedica perlopiù ad hackerare la società del padre, ormai caduta nelle mani di gente interessata al solo profitto, tradendo la filosofia iniziale dell’open-source (peccato il tema venga presto accantonato). Ritrovata la base operativa del padre, Sam si trova catapultato nella rete, all’interno della quale incontra Clu, alter-ego di Flynn, sorta di tiranno alla ricerca dell’ordine perfetto. Durante questo inusuale viaggo Sam reincontra anche il padre, diventato un eremita pacifista che vive isolato dalla “società” insieme ad una bellissima ragazza che gli fa da aiutante. I tre dovranno lottare contro il tempo e affrontare tutti gli ostacoli e le insidie architettate da Clu per raggiungere il portale che li riporterà nella realtà.

Tutto il film sta nella sua potenza visiva e sonora. Partendo dalla visionarietà inventiva del primo capitolo e avvalendosi di splendidi effetti speciali, la pellicola è una gioia per gli occhi e conduce lo spettatore in un altro mondo, fatto da un design accattivante dove regnano pochi colori monocromatici, tra sfide in un “colosseo” futuristico, incredibili corse in moto e soste in pub che sembrano richiamare quelli di Arancia meccanica (non prendetelo come un paragone, non lo è). La musica dei Daft Punk, maestri dell’elettronica, sembra poi essere fatta apposta per questo film e vi si adegua perfettamente, in maniera ancora migliore di quello che avveniva nel “loro” bizzarro esperimento (animato): Interstella555.

Qui finiscono le note positive. Perché alla ricchezza di un comparto tecnico di qualità si contrappone brutalmente tutta la povertà del contorno. Il protagonista, Sam, con le sue faccette e gli atteggiamenti da duro risulta insopportabile sin da subito, Jeff Bridges in veste di guru new-age è alle soglie del ridicolo (anche se è interessante il confronto con il suo doppio/alter-ego), la trama latita e non riesce ad appassionare in alcun modo, né nel far sentire allo spettatore la minaccia sempre incombente di Clu e lo scandire del tempo prima che si richiuda il portale, né nelle sotto-trame proposte; come quella un po’ kitsch dello sterminio di massa delle ISO, forme di vita primitive – ma superiori – che avrebbero dovuto soppiantare i Programmi (“abitanti” della rete); storia sulla quale non ci viene praticamente detto nulla se non per un insignificante colpo di scena finale. Peggio di tutto è la totale assenza di ritmo, impresa ardua per un film del genere, tutto basato su riprese ipercinetiche e movimenti di macchina impossibili, un fattore che sommato alla scarsa appetibilità della trama rischia quasi di far addormentare lo spettatore se non fosse per le scariche musicali dei Daft Punk che risvegliano dal torpore.

Il 3D per una volta è impiegato in maniera decente, dando buon risalto alla profondità di campo ed è intelligentemente applicato solo al mondo di Tron (potete togliere gli occhialini per il primo quarto d’ora, eccezion fatta per il piano-sequenza iniziale), ma che per chi scrive non vale ancora l’esborso di dindini supplementari. Il film si risolve quindi in un giocattolone tutto da vedere; tanto che le scene migliori sono anche quelle più fini a se stesse, ma divertenti allo stesso tempo, del violentissimo torneo con i “frisbee” e delle adrenaliniche corse in moto nell’arena, simbolo di un cinema fatto ad uso e consumo di chi ha solo voglia di vedere i gladiatori uccidersi a vicenda.

EDA

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Una risposta a Tron – Legacy (Joseph Kosinski) ★½ /4

  1. Riccardo Donnini ha detto:

    Sono concorde con la recensione. Uno spettacolo più per gli occhi che per la mente. Devo dire che però ho apprezzato e di certo vale la pena vederlo al cinema, poiché basandosi tutto su gli effetti speciali, è il luogo migliore dove poterli apprezzare.
    Tenendo conto dell’adrenalina dei combattimenti su moto e velivoli, io darei un voto **

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